
13/09/2023 Semplice, ma non banale: la filosofia del plain language
Chi ha detto che scrivere in modo semplice significa scrivere in modo banale?
Il binomio semplice = banale è frutto di uno stereotipo che la filosofia alla base del plain language ha oggettivamente smontato.
Comunicare è un atto di responsabilità e la comunicazione è efficace soltanto nel momento in cui il destinatario riceve il messaggio e lo comprende appieno; se utilizziamo un linguaggio che nessuno può capire, la nostra comunicazione sarà fallimentare perché non avremo trasmesso valore a chi ci sta ascoltando.
In Pindarica crediamo fortemente nella comunicazione “fatta bene”: per questo siamo sostenitori del plain languege, ossia del linguaggio “che si fa capire”.
Che cos’è il plain language?
Daniele Fortis (linguista e formatore) ha definito il plain language «la linea retta che costituisce la via più breve fra due punti: l’emittente e il destinatario di un
messaggio».
Un linguaggio privo di complessità non necessarie e che può fare a meno di espressioni gergali, rare e ormai desuete evitando di creare ostacoli durante la comunicazione e di generare fraintendimenti.
Certo, non si può aspirare alla comprensibilità assoluta perché non sarebbe un obiettivo realistico, ma possiamo tendere alla massima comprensibilità possibile.
Fortis chiarisce che il plain language non è un particolare stile di scrittura, ma è un processo – tre fasi: progettazione, stesura, revisione – che permette di creare dei contenuti adeguati al lettore, ossia reader-based.
Per scrivere in modo chiaro è necessario mettersi nei panni di chi riceve il messaggio:
- che cosa ha bisogno di sapere? E quindi, quali sono le informazioni rilevanti? Quali sono le informazioni superflue che si possono eliminare?
- che cosa è in grado di capire? Quali sono le sue conoscenze linguistiche ed extralinguistiche?
Linguaggio semplice non significa linguaggio povero
«Se si utilizza un linguaggio semplice, non è possibile parlare di argomenti tecnici e il contenuto ne risulterà impoverito».
Quando si parla di linguaggio semplice, non è raro ricevere obiezioni come questa.
Eppure, il plain language è perfettamente adeguato anche per contenuti che contengono un lessico tecnico e specialistico; foglietti illustrativi dei farmaci, istruzioni per la manutenzione di un macchinario, contratti per l’assicurazione o il mutuo, bandi di gara, modulistica della pubblica amministrazione: questi sono soltanto alcuni esempi di testi complessi che possono essere scritti seguendo le regole del linguaggio semplice.
Quali sono queste regole?
- Lessico comune e parole concrete: sostituire il gergo tecnico con parole familiari e comprensibili è fondamentale per evitare confusione e garantire un messaggio chiaro.
- Struttura semplice e frasi brevi: frasi lunghe e complesse possono perdere il lettore. Il plain language adotta frasi concise e una struttura che facilita la comprensione.
- Verbi attivi e forma affermativa: l’uso di verbi attivi conferisce dinamismo al testo, mentre la forma affermativa assicura un’esposizione chiara delle informazioni.
- Elenchi puntati e numerati: questi punti rendono più facile organizzare le informazioni e guidare l’attenzione verso i concetti chiave.
- Uso moderato di formattazione: l’uso giusto di grassetto, corsivo e maiuscolo può evidenziare informazioni cruciali senza appesantire il testo.
- Allineamento a sinistra e spazi bianchi: questi elementi contribuiscono a una lettura agevole e ordinata.
Con un’adeguata conoscenza del pubblico e una scelta oculata delle parole, è possibile rendere accessibili anche i concetti più intricati.
Plain language: lo standard ISO
Il riconoscimento ufficiale del plain language è arrivato con l’introduzione delle Linee guida ISO: questo standard internazionale conferma l’importanza cruciale di una
comunicazione chiara e accessibile in ogni settore.
E per citare ancora Fortis «Chi usa il plain language fa bella figura», in sostanza ha un ritorno di immagine e sappiamo bene che nel mondo del business il ritorno di immagine si traduce in acquisizione e fidelizzazione dei clienti; in una sola parola (semplice e chiara): aumento del fatturato.